la passione per la scultura

Giovanni nasce il 15 ottobre 1937 nelle campagne dell’Eugubino, da famiglia contadina, primo maschio di una famiglia di sette fratelli. Nasce dunque vicino alla terra, la terra su cui corre a piedi scalzi giocando nella grande casa del padre e degli zii mezzadri con i fratelli e i cugini e la terra delle campagne nelle quali lavora fino al giorno in cui decide di emigrare.
Nel 1957, a 19 anni, parte per la Francia come migliaia di giovani italiani in quegli anni, “scambiato per un sacco di carbone” (lo racconta facendo riferimento agli accordi allora in corso tra la Francia e l’Italia, che prevedevano lo scambio di manodopera Italiana contro la fornitura di carbone francese). Lavora inizialmente a Vittel, negli stabilimenti per l’imbottigliamento dell’acqua, e poi a Villerupt, ai confini con il Lussemburgo, come allacciatore di treni nell’industria siderurgica. Rimarrà in Francia per 11 anni.
La malattia e la morte della madre lo riportano in Italia, dove conosce Angela, la donna della sua vita. Da questo lungo e sereno matrimonio nascono due figlie, Maria Laura e Patrizia. Il desiderio di una vita migliore per sé e per i propri cari lo portano a decidere di rimettersi a studiare e a 40 anni consegue il diploma di ragioniere. Dopo essere dunque stato contadino, operaio, tecnico della SIP, usciere, la contabilità diventa la sua professione per più di 25 anni. La sua manualità lo accompagnerà sempre anche in questo periodo, espressa perlopiù nelle forme dell’artigianato (restauro di mobili, edilizia, ecc.).
La pensione segna il momento dell’ennesimo cambiamento. Si iscrive nel 2003 all’Università della Terza Età di Perugia e si avvicina di nuovo alla terra. Questa volta però, manipolandola e dando continuamente forme diverse alla sua inarrestabile fantasia. Da allora, ha creato più di 80 opere e continua tuttora, con la silenziosa caparbietà e la meticolosa perizia che lo contraddistinguono.
Ha organizzato la sua prima personale il 6 novembre 2010 a Ponte San Giovanni (PG).

Sculture

Bassorilievi

Le sculture in terracotta di Giovanni Fagiani riscattano l’umiltà della materia attraverso la paziente ricerca di una forma evocatrice del tempo vissuto, che possa fissare, nel gesto o nel tratto di un volto, l’icona simbolica della storia. Con salutare distacco l’artefice vive il suo rapporto con la creta, quasi con sentimento ludico e liberatorio: e tutto ciò a vantaggio di un esito felice, che si pone oltre il puro dilettantismo e riesce a regalarci il dono prezioso dell’emozione.
Gustavo Cuccini